GIOCO D’AZZARDO: CODACONS DENUNCIA SITI ILLEGALI


28/07/2022

ESPOSTO AD AGCOM, ANTITRUST, PROCURA E MONOPOLI Con un esposto inviato ad Agcom, Antitrust, Procura di Roma, Agenzia delle dogane e dei monopoli il Codacons ha denunciato una serie di siti web di giochi d’azzardo illegali, chiedendo ad autorità ed istituzioni di attivarsi a tutela degli utenti. Come noto il gioco d’azzardo, essendo monopolio di Stato, può essere esercitato solo su concessione – scrive il Codacons nell’esposto – Gli illeciti configurabili nella specie perciò sarebbero numerosi: partendo dal profilo penalistico si rammenta che l’ art. 718 c.p. punisce “Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, o in circoli privati di qualunque specie, tiene un gioco d’azzardo o lo agevola è punito con l’arresto da tre mesi ad un anno e con l’ammenda non inferiore a euro 206”, mentre il Decreto Balduzzi (D.lgs n. 158/2012) vieta espressamente “l’incitamento al gioco ovvero esaltazione della sua pratica”. La scrivente associazione ritiene che nel caso specifico ad essere punti debbano essere non soltanto gli organizzatori dei giochi illegali online ma anche tutti i gestori dei mezzi di comunicazione che avrebbero reso possibile tale condotta (social network, piattaforme di ricerca sul web, ecc). Occorre che le Autorità in indirizzo intervengano tempestivamente per arginare un fenomeno assai pericoloso non solo per il mancato controllo dei giocatori d’azzardo ma anche per il giro di denaro clandestino che comporta evasione fiscali ed ingenti danni all’Erario – afferma il Codacons – ed in tal senso abbiamo chiesto agli enti preposti di avviare indagini e porre sotto sequestro i siti illegali, previo oscuramento delle pagine.

AL SERVIZIO DEI CITTADINI
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Una finestra aperta al dialogo con i cittadini
che consentirà agli operatori dell'associazione consumeristica di monitorare costantemente i servizi pubblici nel capoluogo pugliese.
Il comma 461 e la cultura e della partecipazione
Tale norma dà il via a una grande rivoluzione sociale e culturale, oltre che giuridica, perché afferma e impone (per la prima volta in Italia) la partecipazione attiva e diretta dei cittadini (individualmente e collettivamente intesi) ai processi che regolano e controllano l'erogazione dei servizi pubblici in ambito locale