Perché ho scelto il servizio civile (non obbligatorio)


18/05/2017

Perché ho scelto il servizio civile (anche se non è obbligatorio) Precaria, 26 anni, la voglia di non restare fermi in attesa. La scelta di un impegno nella società spiegata da chi la sta vivendo. Mentre il ministro pensa all’obbligatorietà di Giorgia Lodato Fare un po’ di servizio civile. Ma sì, perché non dovrei. A 26 anni e con una precaria carriera giornalistica che forse ingrana, ma comunque a rilento, l’idea di trovare una certa stabilità, seppure «a termine», diventa stuzzicante. Così mi sono ritrovata dal curiosare confusamente e senza meta tra i vari progetti sul sito del Servizio Civile Nazionale alla sala d’attesa del Codacons, l’associazione nazionale che tutela consumatori e ambiente che per il 2016-2017 porta avanti un progetto di sicurezza stradale, di cui da cinque mesi faccio parte. Qualcuno mi chiede perché sia disponibile a lavorare con uno «stipendio» moderato, facendo qualcosa che non era messo in preventivo e che, tutto sommato, non sempre trova punti di coerenza con ciò che vorrei fare a tempo più o meno indeterminato nella vita. Ma, mi ripeto e ripeto, a questa età è importante stare in movimento, trovare nuovi spunti, tenersi occupati. Anche grazie alle opportunità che il Ministero offre ai giovani attraverso il servizio civile. Nessuna garanzia per il futuro, lo sappiamo bene, ma questo oggi rappresenta per me e per molti miei coetanei un importante momento di crescita sociale e civile, che permette di conoscere ed entrare in contatto con molteplici realtà, da quelle del volontariato in senso stretto a quelle di organizzazioni e associazioni che si muovono sul nostro territorio. Proprio come il Codacons, dove un team di avvocati lavora ogni giorno - da volontari- per tutelare chi si sente truffato o raggirato da compagnie aeree, telefoniche o di distribuzione di gas e luce, oltre che da tutti i problemi legati alle materie consumeristiche, commerciali e di consumo quotidiano. Nello specifico è stato affidato a quattro volontarie – oltre me nel team ci sono Claudia, Gloria e Marina – il progetto Strade Sicure, che punta alla sensibilizzazione dei cittadini sul problema del numero crescente di incidenti stradali e sull’importanza delle precauzioni da adottare non solo al volante, ma anche da semplici pedoni. Destinatari dell’iniziativa sono soprattutto gli anziani e i giovanissimi, considerati i soggetti più a rischio, che vengono informati e tutelati tramite incontri organizzati nelle scuole e nelle università della terza età. Insomma, come giornalista mi toccherebbe raccontare gli incidenti, come operatrice del servizio civile invece provare a spiegare come evitarli, fa parte del gioco anche questo. L’esperienza del servizio civile, visto da questa e con questa prospettiva, offre a chi sceglie di viverla l’opportunità non solo di cominciare a guadagnare e rendersi in un certo senso autonomi, ma anche di elaborare una maturazione psicologica e sociale, imparando a lavorare in gruppo e a sentirsi persino utili. Dando il proprio contributo sociale e civile. E sperando che tutto questo rappresenti anche una risorsa in più da giocarsi per un futuro stabile. (Fonte Codacons Nazionale)

AL SERVIZIO DEI CITTADINI
Finalmente il sogno di ritagliare uno spazio nel web, creato dai consumatori per i consumatori, diventa realtà.
Una finestra aperta al dialogo con i cittadini
che consentirà agli operatori dell'associazione consumeristica di monitorare costantemente i servizi pubblici nel capoluogo pugliese.
Il comma 461 e la cultura e della partecipazione
Tale norma dà il via a una grande rivoluzione sociale e culturale, oltre che giuridica, perché afferma e impone (per la prima volta in Italia) la partecipazione attiva e diretta dei cittadini (individualmente e collettivamente intesi) ai processi che regolano e controllano l'erogazione dei servizi pubblici in ambito locale