COVID-19: ANCHE LA PROTEZIONE CIVILE FACEVA “FURBATE” PER RA


08/06/2020

COVID-19: ANCHE LA PROTEZIONE CIVILE FACEVA “FURBATE” PER RACCOGLIERE FONDI PUNTANDO SULLA MANCANZA DI POSTI LETTO IN TERAPIA INTENSIVA DOPO ESPOSTO CODACONS ALL’ANTITRUST LO SPOT È CAMBIATO E ORA PIÙ CORRETTAMENTE SI CHIEDONO CONTRIBUTI PER IL SSN Dopo l’esposto presentato dal Codacons all’Antitrust contro lo spot della Protezione civile per la raccolta fondi contro il coronavirus, l’ente modifica il messaggio pubblicitario, che oggi appare più corretto e trasparente. L’associazione si era infatti rivolta all’Autorità per la concorrenza, segnalando uno spot della Protezione civile trasmesso a fine maggio sui principali canali televisivi, nel quale si invitavano i cittadini a versare soldi per sostenere il SSN e acquistare presidi medici ospedalieri quali apparecchiature indispensabili per le terapie intensive da distribuire agli ospedali nella lotta contro il coronavirus. In quegli stessi giorni, tuttavia, i ricoveri nei reparti di terapia intensiva registravano un drastico calo, per cui il messaggio pubblicitario risultava basato su fattori psicologici legati alla paura del tutto ingiustificati e fuori contesto, in grado di modificare le scelte economiche dei consumatori in un momento in cui non vi era una reale necessità di incrementare il numero di posti letto per la cura dei malati da coronavirus. Dopo questo esposto, la Protezione civile ha modificato il suo spot, che ora in modo corretto e trasparente invita si i cittadini a donare, ma solo per il Servizio Sanitario Nazionale.

AL SERVIZIO DEI CITTADINI
Finalmente il sogno di ritagliare uno spazio nel web, creato dai consumatori per i consumatori, diventa realtà.
Una finestra aperta al dialogo con i cittadini
che consentirà agli operatori dell'associazione consumeristica di monitorare costantemente i servizi pubblici nel capoluogo pugliese.
Il comma 461 e la cultura e della partecipazione
Tale norma dà il via a una grande rivoluzione sociale e culturale, oltre che giuridica, perché afferma e impone (per la prima volta in Italia) la partecipazione attiva e diretta dei cittadini (individualmente e collettivamente intesi) ai processi che regolano e controllano l'erogazione dei servizi pubblici in ambito locale