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21/02/2017
«I giovani rinunciano a fare una causa legale perché costa troppo»
LE SPERANZE tradite Non pagano i voucher e diventano introvabili via mail e al telefono
Sono centinaia i ragazzi truffati dalle agenzie on line procacciatrici di piccoli lavoretti, che spesso, invece di aiutare come promettono i giovani a racimolare qualche voucher, agiscono solo per il proprio tornaconto. Infatti, dopo aver reclutato un ragazzo o una ragazza per farli lavorare per un giorno o due in un locale, per presentare creme o biscotti in un negozio o per fare l` hostess in una manifestazione, i referenti delle agenzie scompaiono, le mail restano senza risposta e i soldi non arrivano. Trattandosi di cifre di 60 o di 90 euro, i ragazzi, spiegano le forze dell` ordine, rinunciano a presentare denuncia e ad affrontare le spese legali e processuali che ne deriverebbero. «Ed è proprio contando su questo atteggiamento di rinuncia - sottolinea l` avvocato Fabiano Filippin (nella foto) - che queste agenzie telematiche si arricchiscono sulle spalle dei ragazzi. Dopo aver percepito, naturalmente, anche il compenso da parte dell` impresa o della ditta che li ha incaricati di reclutare la forza lavoro. Da quanto ho scoperto, prendendo a cuore il caso di una ventenne pordenonese, che, invece, in nome del principio, vuole vedere tutelati i propri diritti, ho scoperto dalle visure che l` agenzia con tanto di app che l` ha fatta lavorare gratis per un giorno come promoter in un negozio di animali, ha sede al Sud e ha ben 21 dipendenti. Questo significa che ha un buon giro di affari. Ma non si è degnata di rispondere alla diffida formale che le ho inviato. Pertanto ora dovrò passare alla fase della denuncia per truffa, con tanto di segnalazione all` ispettorato del lavoro e al garante delle telecomunicazioni». I casi di giovani raggirati, come detto, sono tantissimi, ma anche se le entità del danno sono minime, aggiunge Barbara Puschias, presidente regionale della Federconsumatori, «le denunce vanno fatte sempre e comunque, soprattutto se la condotta di questi sedicenti mediatori è seriale. La segnalazione all` autorità di vigilanza è gratuita e quest` ultima può anche bloccare l` operatività del sito che si è comportato in maniera fraudolenta». I finti procacciatori di lavoro, non agiscono però solo attraverso la rete o telefonicamente. «Di recente ho partecipato sotto mentite spoglie a un incontro con i gestori di una app finalizzata alla ricerca si lavoro - racconta infatti Pierluigi Chiarla, presidente provinciale del Codacons - e ne ho sentite di tutti i colori. Ho fatto anche un intervento per avvertire i presenti sui rischi che correvano e ne è nata una discussione. Ma il bisogno di trovare lavoro e risorse e la paura della disoccupazione rendono spesso la gente, sopratutto i ragazzi, ciechi e vulnerabili».
(Fonte Codacons Nazionale)
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