Dagli Usa all’ Italia class action contro la Cina


23/04/2020

Dagli Usa all’ Italia class action contro la Cina fonte:Il Sannio Un esercito di avvocati al lavoro contro il governo cinese. Dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, ma anche in Italia e perfino in India si promuovono class action contro le autorità di Pechino per le loro presunte responsabilità nella pandemia di Covid-19. L’ accusa alla Cina è di non aver agito tempestivamente per evitare una crisi sanitaria che a livello globale sta avendo conseguenze economiche pesantissime, con decine di milioni di disoccupati e Pil nazionali in caduta libera. Richieste di risarcimenti miliardari accomunano le varie iniziative in giro del mondo. In Italia la onlus ‘Oneurope’ è quella più avanti, come spiega all’ Adnkronos il chief financial officer e responsabile del progetto Ferdinando Perone, secondo il quale “sembrerebbero apparire evidenti delle responsabilità delle autorità cinesi che non avrebbero attivato le misure di contenimento e comunicazione previste dalle normative internazionali”. Il regolamento sanitario internazionale, infatti, prevede che venga notificato all’ Oms entro 24 ore qualsiasi evento che possa rappresentare un’ emergenza di sanità pubblica di rilievo internazionale. “Questa comunicazione non è stata effettuata”, sottolinea Perone. La pagina prova per il lancio della class action è online da ieri pomeriggio (https://www.covid19classaction.it), ma ha già avuto 335 contatti. “Pensiamo di raccogliere le adesioni ad aprile e maggio per poi farla partire a giugno”, dichiara Perone, ricordando che a causa del Covid-19 “i tempi sono dilatati perché tutti i tribunali sono fermi” e precisando che i promotori della class action si impegnano a chiedere la somma simbolica di un euro perché “non stiamo speculando”. Il risarcimento economico richiesto al governo cinese varierà a seconda del danno subito. “C’ è chi ha perso un caro oppure il lavoro – spiega – Per questo, si dovranno determinare delle fasce. Stimiamo che ci saranno più di 500mila adesioni alla class action e quindi non è impossibile che la richiesta possa superare i 100 miliardi di euro”. Anche il Codacons, riferisce all’ Adnkronos il presidente Carlo Rienzi, sta valutando una possibile class action contro il governo cinese. “Ci stiamo lavorando con uno studio americano – evidenzia Rienzi – In Italia la legge sulla class action è assurda. Si potrebbe fare, ma non avrebbe efficacia perché non c’ è il danno punitivo”, per questo “la presenteremo negli Stati Uniti e vi potranno aderire tutti”. Come tiene a precisare Rienzi, l’ iniziativa “è in fase di studio e non si hanno ancora prove della responsabilità di Pechino”. Federconsumantori esclude invece azioni giuridiche contro le autorità cinesi. “La legislazione italiana non è uguale a quella americana – premette il presidente Emilio Viafora – Una class action contro la Cina sarebbe un inutile esercizio. Non abbiamo elementi che giustifichino un’ iniziativa del genere”. Federconsumatori, afferma all’ Adnkronos Viafora, è concentrata su cosa accade nel nostro Paese e sta riflettendo su eventuali azioni legali nei confronti delle direzioni delle varie Rsa. “Nei processi ci costituiremo parte civile”, annuncia. Qualcosa si muove anche in Europa e in particolare in Gran Bretagna, dove il centro studi dalla ‘Henry Jackson Society’ ha pubblicato un corposo rapporto di 44 pagine in cui analizza i fondamenti di un’ azione legale nei confronti di Pechino. Secondo l’ istituzione britannica, la condotta del governo cinese avrebbe “di fatto provocato migliaia di morti, nonché la crisi dell’ economia globale”. Accuse durissime che la Cina ha finora sempre respinto con forza, evidenziando la “trasparenza” del suo operato fin dall’ inizio dell’ emergenza. Per la ‘Henry Jackson Society’, invece, ci sarebbero le prove che la Cina ha violato i trattati sanitari internazionali e dunque si potrebbero adire le vie legali per chiedere risarcimenti danni. Ma se in Italia e in Europa le iniziative sono ancora a livello embrionale, Oltreoceano le class action si moltiplicano e arrivano anche ai massimi livelli, alimentate dalle dichiarazioni del presidente Donald Trump che ha accusato esplicitamente la Cina di aver nascosto l’ emergenza nelle prime fasi permettendo al Covid-19 di dilagare. L’ ultimo ad agire in ordine di tempo è stato il Missouri, che tramite il procuratore generale Eric Schmitt, ha fatto causa al governo cinese e al partito Comunista perché avrebbero “occultato le informazioni”

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