ISTAT: SALE REDDITO PROCAPITE MA SI ERODE PATRIMONIO


01/06/2019

29 Maggio 2019 ISTAT: SALE REDDITO PROCAPITE MA SI ERODE PATRIMONIO CODACONS: REGIONI DEL SUD SI CONFERMANO LE PIU’ POVERE DEL PAESE. NEL MEZZOGIORNO REDDITO INFERIORE DEL 60% RISPETTO AL NORD ITALIA AUMENTA IN MODO ALLARMANTE DIVARIO TRA NORD E SUD ITALIA Se da un lato il reddito medio procapite degli italiani è tornato a salire tra il 2014 e il 2016, dall’altro si confermano le differenze abissali sul fronte della ricchezza tra Nord e Sud Italia. Lo afferma il Codacons, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat e relativi agli indicatori del Benessere equo e sostenibile dei territori. “I dati Istat dimostrano come l’Italia sia spezzata in due sul fronte del reddito e del patrimonio, con la forbice tra Nord e Sud che continua pericolosamente ad allargarsi – spiega il presidente Carlo Rienzi – Il reddito medio disponibile procapite del Mezzogiorno è infatti inferiore del 60% rispetto a quello del Nord Italia, con una differenza pari a circa 8.000 euro. Chi vive a Crotone o a Vibo Valentia registra un reddito di circa 11.000 euro, contro una media di 26.700 euro dei milanesi. La situazione non va meglio se si analizzano i dati sul patrimonio procapite, che al Sud risulta pari a meno della metà della media nazionale”. “Si tratta di un divario allarmante che invece di ridursi aumenta, a tutto danno delle famiglie del Sud che continuano a patire condizioni economiche sfavorevoli e a sentire il peso della povertà, la cui incidenza non a caso è assai più elevata nel Mezzogiorno” – conclude il presidente Codacons. Fonte: www.codacons.it

AL SERVIZIO DEI CITTADINI
Finalmente il sogno di ritagliare uno spazio nel web, creato dai consumatori per i consumatori, diventa realtà.
Una finestra aperta al dialogo con i cittadini
che consentirà agli operatori dell'associazione consumeristica di monitorare costantemente i servizi pubblici nel capoluogo pugliese.
Il comma 461 e la cultura e della partecipazione
Tale norma dà il via a una grande rivoluzione sociale e culturale, oltre che giuridica, perché afferma e impone (per la prima volta in Italia) la partecipazione attiva e diretta dei cittadini (individualmente e collettivamente intesi) ai processi che regolano e controllano l'erogazione dei servizi pubblici in ambito locale