COMMERCIO: SU CHIUSURE DOMENICALI NEGOZI CODACONS SOSTIENE P


06/04/2019

13 Marzo 2019 COMMERCIO: SU CHIUSURE DOMENICALI NEGOZI CODACONS SOSTIENE PROPOSTA DELLE ORGANIZZAZIONI DELLA DISTRIBUZIONE CHIUSURE SOLO PER 12 FESTIVITA’ ALL’ANNO E LIMITATE AD ESERCIZI OLTRE I 400 METRI QUADRATI. COSI’ SI SALVANO I PICCOLI NEGOZI Il Codacons appoggia e sostiene l’accordo raggiunto dalle organizzazioni della distribuzione in merito alle chiusure domenicali dei negozi, e che prevede negozi chiusi per dodici festività l’anno, più altre quattro chiusure in altrettante festività a scelta delle Regioni, e la libertà per i negozi sotto i 400 metri quadrati di ampiezza di rimanere aperti sempre senza alcuna limitazione. “Si tratta di una proposta equilibrata che vede anche i consumatori d’accordo, e che limiterà i danni legati alla volontà del Governo di contrastare le liberalizzazioni nel settore del commercio – spiega il presidente Carlo Rienzi – Il patto messo a punto dalle organizzazioni della distribuzione, infatti, salva i piccoli negozi consentendo loro di rimanere aperti tutto l’anno e contrastare la concorrenza di grandi catene e multinazionali straniere che oramai hanno invaso strade e centri commerciali del nostro paese. I consumatori, dal canto loro, potranno continuare a fare acquisti la domenica e nei giorni festivi nei negozi di piccole dimensioni, senza subire le assurde limitazioni che il Governo vorrebbe introdurre”. Per tale motivo il Codacons invita Lega e M5S ad accogliere la proposta delle associazioni della distribuzione, che rappresenta un buon compromesso per tutelare sia i negozianti, sia i cittadini. Fonte: www.codacons.it

AL SERVIZIO DEI CITTADINI
Finalmente il sogno di ritagliare uno spazio nel web, creato dai consumatori per i consumatori, diventa realtà.
Una finestra aperta al dialogo con i cittadini
che consentirà agli operatori dell'associazione consumeristica di monitorare costantemente i servizi pubblici nel capoluogo pugliese.
Il comma 461 e la cultura e della partecipazione
Tale norma dà il via a una grande rivoluzione sociale e culturale, oltre che giuridica, perché afferma e impone (per la prima volta in Italia) la partecipazione attiva e diretta dei cittadini (individualmente e collettivamente intesi) ai processi che regolano e controllano l'erogazione dei servizi pubblici in ambito locale