ANTITRUST, CODACONS AL PARLAMENTO: CONSENTIRE ANCHE ALLE ASS


08/07/2024

Il Codacons ha inviato una istanza ai presidenti di Camera e Senato chiedendo l’intervento normativo del Parlamento per modificare la legge sulla richiesta di pareri all’Autorità garante della concorrenza. Il caso nasce da una istanza dello scorso febbraio con cui l’associazione chiedeva all’Antitrust l’emissione di un parere su di una condotta al fine di potere valutare se vi fosse in essere una pratica commerciale scorretta in termini di elusione o evasione delle norme fiscali. Ricevuta tale richiesta di parere, l’AGCM ne deliberava l’archiviazione “in quanto l’istanza di intervento si sostanzia in una richiesta di parere”. In sostanza le associazioni di consumatori, pur svolgendo compiti importantissimi per la collettività, non possono rivolgersi all’Agcm per chiedere un parere. La richiesta di parere è infatti prevista dall’art. 22 della Legge 10 ottobre 1990, n. 287, “Norme per la tutela della concorrenza e del mercato”, e in virtù di tale norma solo le amministrazioni e gli enti pubblici possono richiedere un parere all’Autorità. Precludere alle associazioni rappresentative una tale possibilità è assai lesivo per la collettività, e pertanto il Codacons ha chiesto ai Presidenti di Camera e Senato di voler valutare l’inserimento, all’interno dell’art. 22 della legge 287/90, dopo la frase “o su richiesta di amministrazioni ed enti pubblici interessati”, della dicitura “e associazioni dei consumatori e degli utenti iscritte nell’elenco di cui all’ art. 137 del Codice del Consumo”, in modo da legittimare anche i rappresentanti dei consumatori a richiedere il parere all’Agcm.

AL SERVIZIO DEI CITTADINI
Finalmente il sogno di ritagliare uno spazio nel web, creato dai consumatori per i consumatori, diventa realtà.
Una finestra aperta al dialogo con i cittadini
che consentirà agli operatori dell'associazione consumeristica di monitorare costantemente i servizi pubblici nel capoluogo pugliese.
Il comma 461 e la cultura e della partecipazione
Tale norma dà il via a una grande rivoluzione sociale e culturale, oltre che giuridica, perché afferma e impone (per la prima volta in Italia) la partecipazione attiva e diretta dei cittadini (individualmente e collettivamente intesi) ai processi che regolano e controllano l'erogazione dei servizi pubblici in ambito locale