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16/11/2017
Stop alle bollette a 28 giorni di telefonia e pay tv
fonte: Corriere Nazionale
ROMA – Dopo l’Agcom anche la politica interviene sulle discusse bollette a 28 giorni introdotte dalle compagnie telefoniche e, più di recente, dalle pay tv. E lo fa attraverso un emendamento al decreto legge collegato alla Legge di Bilancio, presentato dal relatore Silvio Lai (Pd), in Commissione Bilancio al Senato.
Il testo approvato in Commissione prevede che le bollette degli abbonamenti telefonici, tv e internet, con l’eccezione delle offerte promozionali, che potranno avere scadenze inferiori al mese, dovranno essere fatturate su base mensile. Gli operatori dei settori coinvolti, dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni entro il termine di 120 giorni dall’approvazione del decreto legge.
Stop dunque alla tredicesima mensilità extra che i consumatori erano costretti a pagare con le bollette a 28 giorni, anche se il divieto di fatturazione non basta per il Codacons.
“È un provvedimento insufficiente perché non prevede alcuna misura per il pregresso – afferma il presidente Carlo Rienzi –. Non basta vietare tale pratica per il futuro, ma serve prevedere l’obbligo per le compagnie telefoniche e per le pay-tv di disporre rimborsi immediati in favore degli utenti per le maggiori somme pagate a causa della illegittima fatturazione a 28 giorni”.
“Dal 2015 ad oggi i consumatori hanno pagato complessivamente oltre 2 miliardi di euro in più sulle bollette a causa di una prassi chiaramente illegale, soldi incassati dagli operatori telefonici e dalle tv a pagamento che ora devono tornare nelle disponibilità degli utenti” conclude Rienzi.
Pronti ricorsi per 2 miliardi di rimborsi
La fatturazione a 28 giorni introdotta negli ultimi due anni dalle compagnie telefoniche è costata mediamente finora 83 euro a famiglia denuncia ancora il Codacons, associazione che ha avviato una intensa battaglia legale contro la pratica illegale sulle bollette nel settore delle Tlc e delle pay-tv, e che chiede ora rimborsi in favore degli utenti.
“Le compagnie telefoniche, una dietro l’altro, stanno annunciando il prossimo ritorno alle bollette mensili, e con grande ritardo si è mosso anche il Governo, ma tutto ciò non basta e anzi si profilano nuovi pericoli per i consumatori italiani” spiega ancora Rienzi.
“La fatturazione a 28 giorni è costata circa 2 miliardi di euro agli utenti della telefonia, con un aggravio di spesa di circa 83 euro a famiglia. Soldi che sono stati incamerati dalle compagnie telefoniche in modo del tutto illegittimo, e che ora devono essere restituiti ai consumatori, pena una valanga di azioni risarcitorie promosse dal Codacons”.
Ma l’associazione lancia anche un nuovo allarme rincari: “Per aggiornare i propri sistemi informatici e i software e tornare alle bollette mensili, le compagnie telefoniche dovranno sostenere dei costi ingenti che, con ogni probabilità, saranno scaricati sugli utenti – denuncia Rienzi –. Senza contare che gli operatori difficilmente accetteranno di rinunciare all’8% di guadagni aggiuntivi finora garantiti dalle bollette a 28 giorni. Tutto ciò rischia di portare ad aumenti delle tariffe telefoniche a totale svantaggio dei consumatori”.
Ora le compagnie saranno chiamate dal Codacons a restituire 2 miliardi di euro ingiustamente pagati dagli utenti a causa delle fatturazioni a 28 giorni – prosegue l’associazione – Già da oggi i consumatori possono scaricare sul sito www.codacons.it il modulo per attivare la procedura dinanzi al Corecom e ottenere dal proprio operatore il rimborso delle maggiori somme pagate negli ultimi due anni.
(Fonte Codacons Nazionale).
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